Sulla base di quanto indicato dal rapporto dell’INPS sul mercato del lavoro occasionale od accessorio, sono soprattutto i dipendenti a percepire voucher lavoro per arrotondare lo stipendio, seguiti dai disoccupati. Con 115 milioni di buoni venduti nel 2015, per un valore di 860 milioni di compensi e 150 milioni di contributi previdenziali, si registra un vero boom, in concomitanza con le disposizioni legislative che ne hanno esteso l’utilizzo, prima riservato a poche categorie di lavoratori e specifici settori (come l’agricoltura).
La crescita è trasversale, dovuta all’allargamento del mercato: fra il 2013 e il 2015 sono raddoppiati i committenti, mentre il numero di prestatori è aumentato del 137%. In relazione al lavoro dipendente (non agricolo), la quota di quello accessorio retribuito tramite voucher è pari allo 0,2%, pari all’8% dei lavoratori. Il turn-over è ovviamente frequente, con una quota di lavoratori che resta in questo mercato per più di un anno limitato al 20%.
Per quanto concerne i lavoratori occasionali occupati presso aziende private, sono il 29% (circa 400mila nel 2015), come anticipato la categoria più rappresentata. Fra questi, il 26% ha un contratto a tempo indeterminato full time, il 28% lavora a tempo indeterminato part-time, il 46% ha invece un contratto a termine. In quest’ultima categoria sono rappresentati soprattutto i giovani.
Per quanto riguarda i disoccupati senza sussidi, il 26% dei percettori di voucher è rappresentato da persone che hanno perso il lavoro. L’Età media è di 37 anni, la maggioranza sono donne (57%). Nel 40% dei casi si tratta di persone che hanno perso il lavoro o terminato il sussidio nel 2014, il 20% nel 2013.
I percettori di ammortizzatori sociali sono il 18%, età media 37 anni, prevalgono maschi.
Gli inoccupati sono il 14% (circa 200mila persone), nella stragrande maggioranza dei casi sono giovani intorno ai 20 anni, la presenza di donne qui sfiora il 60%, nel 30% si tratta di persone che hanno già percepito voucher negli anni precedenti.
I pensionati sono l’8%, tre su quattro in pensione di vecchiaia (non si sono ritirati in anticipo ma hanno raggiunto l’età pensionabile), la quota di persone che effettua lavori occasionali pagati con voucher nelle attività agricole è la più alta.
Gli altri occupati sono l’8%, età media intorno ai 40 anni, tra cui lavoratori domestici, parasubordinati, operai agricoli, autonomi, professionisti, dipendenti pubblici.
Analizzando i dati statistici sui committenti, le Imprese Industria e Terziario con dipendenti sono 250mila, per oltre la metà nel Turismo e Commercio. Fra le industrie, spicca l’utilizzo nel settore Alimentare. Gli Artigiani e Commercianti senza dipendenti sono quasi 65mila. Nel settore dell’Agricoltura vi sono 16mila imprese.
Tra gli altri committenti, vi è un un folto gruppo composto da 145mila soggetti, per metà persone fisiche, che rappresentano il 31% dei committenti ma utilizzano il 19% dei voucher totali. Nello specifico, i più numerosi sono alberghi e ristoranti, servizi alle imprese, commercio al dettaglio, attività ricreative, culturali, sportive, sanità e assistenza sociale, commercio all’ingrosso.